martedì 27 marzo 2012

6' GIORNO - LAS VEGAS

Riprendo dopo una lunga assenza il resocondo del nostro viaggio negli States, per chi avesse perso il filo (giustamente), dopo il nostro arrivo a San Francisco e la visita della città, ci siamo diretti a Sacramento, abbiamo visitato lo Yosemite National Park  e la Death Valley.

15 agosto 2011: Ci svegliamo al mattino dopo una bella dormita nel nostro comodo letto, l'esperienza con il nostro primo Motel6 non è stato per niente male.
Carichiamo per l'ennesima volta le nostre valigie in auto, riempiamo i frighetti da viaggio con sacchetti di ghiaccio, che comodamente prendiamo dal distributore del motel insieme ad un caffè. Per chi non lo sapesse infatti, la maggior parte degli hotel/motel dispone di macchine per il ghiaccio, a disposizione dei clienti, gratuitamente.
Cerchiamo un posto dove poter fare colazione, ma ci accorgiamo ben presto che Beatty è una cittadina addormentata, o forse, sarebbe meglio dire, abbandonata!
In giro non c'è anima viva, pochissime auto e un paio di camion parcheggiati, quello che non avevamo visto la sera prima al nostro arrivo a causa dell'ora tarda, ci è ben visibile questa mattina....questa cittadina è un posto dimenticato da Dio, spersa in mezza al nulla, tre case in tutto con una strada in mezzo!
Rimandiamo la colazione e partiamo alla volta di Las Vegas!!!






Oggi ci attendono circa 200 km di strada, pari a 122 miglia, con una piccola deviazione per lo shopping prima di raggiungere Las Vegas, e visto che le strade sono enormi, libere, poco frequentate e soprattutto paragonabili ad un lungo rettilineo, Marco ha deciso di lasciarmi il volante della nostra auto...e per la prima volta guido anch'io!!! 200 km di strada americana sotto le ruote tutta per me....che emozione, mentre procedo seguendo gli altri che fanno strada assaporo ancora di più la sensazione di grandezza e di libertà che questi luoghi emanano, non sono un'appasionata guidatrice, preferisco di gran lunga camminare, ma qui l'asfalto infuocato ha un altro sapore!
Questo il nostro percorso.
Dopo un'ora e mezza di viaggio ci fermiamo al Las Vegas Premium Outlets South, per un po' di shopping, qui anche i meno portati per le spese riescono, a mio avviso, ad acquistare qualcosa, i negozi sono un'infinità, molte le marche presenti e i prezzi buoni e addirittura molto convenienti se si acquistano capi delle case di moda americane, come Calvin Klein , Levi's e Polo Ralph Lauren....noi da bravi turisti abbiamo fatto incetta.
Piccolo incidente all'uscita dal parcheggio, nel fare manovra l'auto di Massimo con tutta la famiglia tampona un'altra auto intenta anch'essa ad uscire in retromarcia, breve momento di panico per tutti, ma fortunatamente anche gli altri conducenti sono italiani, due giovani ragazzi con i quali è facile fin da subito spiegarsi e scusarsi, i danni all'auto ci sono per entrambi, per il nostro amico una piccola ammacatura sul portellone posteriore, anche questi inconvenienti fanno parte della vacanza!


Riprendiamo il viaggio, siamo tutti eccitati all'idea di raggiungere Las Vegas, la città delle mille luci, e mentre ci avviciniamo al centro il traffico aumenta e ci ritroviamo ben presto imbottigliati ad attendere che la folla defluisca, gli spazi aperti  di poco prima sono ormai solo un ricordo.
Man mano che procediamo iniziamo a scorgerne lo skyline in lontananza di questa città artificiale.


Foto di Renzo
All'inizio, nel lontano 1840, era solo un accampamento per i convogli delle diligenze che seguivano la vecchia pista spagnola, che collegava Santa Fè alla California, poi la costruzione della ferrovia, a partire dal 1905, decretò la nascita della citta di Las Vegas.
Tutto il resto è storia ben conosciuta a tutti noi.
Per evitare il concubinaggio a quei pioneri che erano di passaggio i matrimoni vennero velocizzati, non serviva essere residenti nello stato del Nevada e bastava essere in due per compilare un modulo, pratica che persiste ancora oggi.
Le attese per poter divorziare vennero ridotte a sei settimane, all'aspirante al divorzio bastava quindi trascorre 42 giorni in qualche hotel di Las Vegas.
L'atteggiamento delle autorità nei confronti del gioco nasce dalla liberalizzazione del divorzio: bisognava in qualche modo occupare il tempo dei clienti durante i 42 giorni di attesa, così, dal 1931, vennero autorizzati tutti i giochi senza bisogno di alcuna formalità.
Da allora è stato tutto un susseguirsi nella costruzione di nuovi hotel e di nuovi casinò, l'ultimo sempre più grande e fantasioso del precedente, fino a trasformare e a far divenire la città di Las Vegas la città più folle degli Stati Uniti d'America

Arrivare a Las Vegas dopo giorni di viaggio in immensi spazi aperti lascia senza fiato, è una sensazione strana, quasi sbalorditiva, sembra quasi impensabile che nel mezzo del deserto possa sorgere una città come questa.
Percorrendo le ampie strade che conducono in centro riusciamo a scorgere i primi hotel, i palazzi alti e moderni dei tanti alberghi, le prime attrazioni per i tanti turisti come lo Stratosphere Tower, una torre alta 345 metri, una specie d'immenso serbatoio d'acqua in cemento, sembra quasi un acquedotto, alla cui sommità si trova un osservatorio circolare e spericolate attrazioni.

Foto di Renzo

Molti dei più grandi hotel del mondo si trovano proprio a Las Vegas, e si dice che sommando le stanze dei sei più grandi alberghi della città, si ottiene lo stesso numero di posti letto delle città di San Francisco e San Diego messe insieme!
Noi soggiorneremo al New York New York, prenotato sempre anticipatamente da casa.
L'accoglienza è in grande stile fin da subito, lasciamo le nostre auto agli addetti che le parcheggeranno nel sotteraneo, facciamo un breve check-in e consegniamo le nostre valigie per ritrovarcele comodamente in stanza, il tutto comporta una dovuta mancia!
La hall del New York New York è immensa, impossibile contenerla tutta dentro un solo sguardo, ci colpisce al nostro ingresso una ventata di aria gelida e un brusio di sottofondo dovuto alle tante persone sedute alle numerosissime slot machine e ai tavoli da gioco, è pomeriggio ma qui si gioca ancora!
All'interno tutto richiama alla città di New York, i suoi quartieri sono facilmente riconoscibili, Times Square con le molteplici insegne luminose,  Chinatown, Greenwich Village con i suoi tanti localini  e ristoranti, e Little Italy con tanto di colonnine antincendio e cassette della posta. La sala del casinò, animata e chiassosa rappresenta la famosa Nwe York Stock Exchange, ovvero la Borsa.
Gli ascensori, veloci e capienti richiamano i nomi dei più famosi grattacieli di New York, la nostra stanza si trova all'Empire State Building...cosa volere di più!

Le camere sono ampie e pulite, un lettone immenso e un bagno decisamente confortevole, moquette sul pavimento e una bellissima vista sulla città, nel cassetto di un comodino troviamo una Bibbia, giusto per far sentire meno in colpa i tanti peccatori che si aggirano in questi luoghi! Qui il sacro e il profano convivono a meraviglia!
Scendiamo velocemente, vogliamo goderci tutto di questa giornata.
Io e Marco usciamo dall'hotel, fuori il caldo è quasi insopportabile, l'aria caldissima e secca, il sole picchia sulle nostre teste, in fin dei conti siamo in pieno deserto, ma vogliamo vedere in tutto il suo splendore quest'hotel!










Il New York New York è un hotel dall'architettura pazzesca, costato una follia, riproduce fedelmente una decina dei più famosi grattacieli di Manhattan, tra cui l'Empire State Building e il Chrysler Building. Noi che lo skyline della Grande Mela lo abbiamo visto dal vivo qualche anno fa, possiamo dire che se pur in scala ridotta, l'illusione di essere davanti alla città di New York è totale!
Facilmente riconoscibili avvistiamo la Statua della Libertà, il ponte di Brooklyn, e la stazione ferroviaria della Grand Central, e in mezzo a loro corre a tutta velocità un ottovolante, ispirato alle montagne russe di Coney Island, che gira attorno all'albergo prima di filare a rotta di collo all'esterno, le urla dei passeggeri sono facimente udibili fin dal lato opposto della strada, nonostante il passare incessante delle auto.
Marco vuole salire a tutti i costi, sapeva di trovare questo divertimento fin dalla nostra partenza e ora non può esitare dal salire su questa spericolata attrazione.
Ritorniamo in hotel, e mentre Marco, accompagnato dal piccolo Marco, fa la fila per salire sul Roller Coaster (costo del biglietto 14,00 dollari) io indosso il costume e  con le ragazze mi rilasso un pochino nella piscina dell'hotel, comodamente sdraiata all'ombra, mi concedo anche un rinfrescante bagnetto, mentre il trenino dell'ottovolante continua a sfrecciare sopra le nostre teste.

























Finito il giro spericolato sull'ottovolante, esperienza indimenticabile e alquanto adrenalinica, Marco viene a chiamarmi per un giro lungo lo Strip.
Percorrere lo Strip, la via principale di Las Vegas, equivale a fare il giro del mondo in linea retta: da Parigi a Venezia,  da New York a Luxor, passando per l'antica Roma e le rive del lago di Como, un'esperienza che si vive direttamente camminando lungo la via dei tanti hotel e casinò.






Il primo che incontriamo uscendo dal New York New York dal lato del Ponte di Brooklyn è l'  MGM Grand, un imponente e moderno edificio in vetro fumè tinto di verdeazzurro, sorvegliato dal gigantesco leone dorato della Metro Golwyn Mayer.


Foto di Renzo


L'MGM, nome tratto della famosa casa di produzione hollywoodiana, rievoca gli anni d'ora del cinema, fu per molti anni il più grande hotel del mondo prima di essere spodestato del Venetian.
Da sempre accoglie regolarmente star dello spettacolo e del pugilato, l'MGM Grand Garden Arena ha accolto entusiasticamente i Rollig Stones, Elton John e ha visto il pugile Mike Tyson stendere al tappeto Evander Holyfield in men che non si dica!
Noi abbiamo messo piede all'interno e dato un'occhiata veloce al Rainforest Cafè, dove con un menù economico si può mangiare qualcosa immersi in una lussureggiante foresta vergine, di plastica però.


Foto di Renzo
















Usciamo, ristorati dal fresco dell'MGM e dall'altra parte della strada avvistiamo la forma facilmente riconoscibile dell' Exalibur, un improbabile castello medievale, candido con le torrette colare in rosso e blu, da lontano sembra una simpatica costruzione di mattoncini Lego, invece i progettisti per realizzarlo hanno studiato nei mimimi dettagli i castelli iglesi e scozzesi ai quali si sono ispirati, inutile dire che l'interno richiama il tema di Re Artù e di Robin Hood.






Girando lo sguardo un po' più in là sembra di avere un miraggio tipico del deserto egiziano, la piramide in vetro nero del Luxor si staglia verso il cielo, di dimensioni uguali a quella di Giza è accompagnata da un'immensa sfige, anch'essa riprodotta in grandezza naturale, che sta di guardia all'ingresso, dominata da un obelisco. L'interno ovviamente è riccamente decorato in stile egiziano, noi non siamo entrati, ma sulla guida leggo che l'atrio è così ampio da poter contenere la bellezza di nove Boeing 747 pigiati l'uno sull'altro!
La notte, dall'alto della piramide, un fascio di luce laser attraversa il cielo stellato del Nevada, si dice che gli aerei in volo possano vederlo da Los Angeles, a 400 km di distanza...cose megalomani qua ce ne sono!!!

Foto di Renzo

Foto di Renzo




In lontananza scorgiamo la torre dell' Hard Rock Hotel, spuntare tra le cime dei palazzi del New York New York, inconfondibile con la sua gigantesca chitarra elettrica luminosa sulla facciata.





Mentre passeggiamo lungo lo Strip veniamo spesso fermati e rallentati da strani personaggi, che distribuiscono volantini e depliants di locali notturni aperti però 24h su 24h, oppure biglietti da visita di ragazze pronte a tenere compagnia ai proprio ospiti direttamente nella camera d'hotel, basta solo comporre il numero ben evidenziato.
Qui a Las Vegas tra gioco d'azzardo, fantastiche attrazioni, hotel di lusso e compagnia facile è quasi impossibile non venire tentati....questa è proprio la città del peccato!
Proseguendo lungo lo Strip troviamo l' Hard Rock.Cafè, famosa catena di locali presente ormai in tutto il mondo, qui ben riconoscibile da un'enorme chitarra elettrica, dentro musica accesa, magliette esposte ordinatamente ed esposizione di costumi di celebrità come Michael Jackson, Madonna, Santana e tanti altri.





Sfavillante, dalle strane forme geometriche, moderno e sciccoso come solo un grande centro commerciale di grandi firme sa essere, il Crystals At City Center da subito l'idea del lusso, del bello e dello shopping a grandi cifre...passiamo oltre!



Per gli amanti delle due ruote, sempre sullo Strip si trova un fornitissimo negozio, con tanto di bar e di ristorante della famosa Harley Davidson, vedere una moto che esce dalla facciata di un edificio fa un po' impressione e ci costringe a scattare qualche foto.





















Il caldo, la stanchezza accumulato in questi giorni iniziano a farsi sentire su di me, a fatica trascino i piedi e vado avanti, vorrei poter riposare un po', ma ho così tanta voglia di andare avanti, vedere l'hotel dopo e quello dopo ancora, domani saremo già in partenza ed io non voglio perdermi nulla di questa città, anche se so che il mio desiderio è quanto meno irrealizzabile!
In lontananza scorgo la sagoma di una piccola Tour Eiffel, e questo mi ricarica perchè capisco che siamo vicini al Paris - Las Vegas, perchè in questa città in cui tutto è presente non poteva certo mancare un po' di belle epoque!
E così Las Vegas si è costruita la sua piccola Parigi, riproducendo i monumenti più importanti della capitale francese,  dalla Tour Eiffel appunto, sulla quale si può anche salire per godere di un'ottima vista e magari cenare al ristorante, all' Arc de Triompe, a una parte del Louvre fino alla Gare d'Orsay...manca solo la Senna!
Bellissima anche la colorata mongolfiera che affianca la Torre.
Gli interni invece sono un'affascinante copia della galleria degli specchi della reggia di Versailles. 



Proprio di fronte al Paris-Las Vegas sorge il maestoso e famosissimo Bellagio, che io vedo solo in lontananza, le mie forze ormai si sono esaurite, mi sento proprio spossata e sfinita, a mala pena riuscirò a tornare in camera. Saluto Marco che invece decide di proseguire e di andare a vedere lo spettacolo delle fontane del Bellagio...ecco questo sarà il mio più grande rammarico per tutta questa vacanza, il rimorso e il dispiacere di non essere riuscita ad andare fin davanti al lago artificiale di questo grande hotel mi rimarrà nel cuore.



Lascio la fotocamera a Marco mentre io ritorno al nostro hotel.
Il Bellagio, si ispira all'archittettura dell'omonima cittadina sul lago di Como, le rive che circondano l'immensa piscina esterna riproducono le sponde del famoso lago con tanto di ville e vegetazione, il suo interno è elegante e sfarzoso come un palazzo italiano, tutti noi ricordiamo sicuramente le immagini del film "Ocean's Eleven", ambientato qui con una rosa di celebri attori.
Ma il pezzo forte del Bellagio sono le sue famose fontane che ad intervalli di 15 o 30 minuti garantiscono uno spettacolo gratuito ai moltissimi spettatori che si accalcano per vedere lo straordinario gioco di suoni e luci ritmato da 1000 getti d'acqua che armoniosamente danzano ai piedi dell'hotel sul lucente lago artificiale, seguendo le note delle melodie di opere famose o di recenti canzoni di Broadway.








Dopo una fresca doccia e un sano riposino mi sento nuovamente pronta per Las Vegas!
Scendiamo nella hall e nell'attesa che anche gli altri arrivino non riusciamo a non lasciarci tentare dalle tante slot machine distribuite ovunque e sempre funzionanti.
Infiliamo un dollaro, premiamo i tasti a caso nella speranza di vincere qualcosa...ancor più divertente è abbassare la leva al lato della macchinetta mangia-soldi e lasciar scorrere le tessere colorate sul display, le ciliegine, le stelline, le campanelle girano vorticosamente accompagnate dall'immancabile musichetta....ovviamente non vinciamo nulla, ma aver giocato qualche dollaro è stato divertente, in fin dei conti siamo nella città del gioco d'azzardo.
E' impressionante guardare la varietà di gente seduta davanti alle slot machine, ci sono i classici turisti come noi che si vedono lontano un miglio e soprattutto si sentono perchè se in compagnia fanno un gran baccano, poi ci sono anziane signore incollate davanti al video, munite di occhiali e di bastone, tipi trasandati e dall'aspetto poco curato che sembra abbiano fatto dei casinò la loro casa con tanto di bicchierone con bibita ghiacciata e giornale a portata di mano, alcuni si aggirano con aria sospetta tra le tante file, osservando i giocatori, prendendo subito il posto di chi lascia perdente la slot machine, forse nella speranza di incassare la vincita mancata. Abbiamo visto un signore attempato, giocare addirittura con la carta di credito  infilata nella slot e attaccata con uno spago alla tasca del giubbotto!

E' la notte che Las Vegas da il meglio di sè!
Luci accese ovunque, neon ed insegne luminose, fari puntati, maxi schermi che proiettano immagini accativanti e provocanti, auto in fila lungo South Las Vegas Boulevard  e sopra, per chi ha il tempo di alzar la testa, un cielo terso e stellato....fantastica Las Vegas!































Lasciamo i bambini custodini dal "piccolo" Marco nella sala giochi dell'hotel, cosa di cui non sembrano affatto dispiaciuti, mentre noi prendiamo un'unica auto e partiamo in direzione di Fremont Street.
I ragazzi, che prima di noi sono stati da queste parti, ci hanno vivamente consigliato di non mancare di fare una visita a questa parte della città, la parte vecchia e più caratteristica, io devo ammettere che fin dall'inizio sono stata scettica, non ne avevo mai sentito parlare e il nome non mi diceva proprio nulla.
Comunque percorriamo in auto tutto lo Strip illuminato da una miriade di luci di ogni colore e forma, e già questo oltre a lasciarmi senza fiato mi fa dimenticare che forse stiamo andando in un posto che forse era meglio evitare.
Las Vegas con tutti i suoi hotel e casinò accesi e sfavillanti è una festa per gli occhi, non so più in che direzione guardare per paura di perdermi anche il più piccolo particolare, mentre viaggiamo a rilento lungo lo Strip!

Il New York New York:




L' MGM Grand



Il Cosmopolitan e The Crystals



Il MonteCarlo e il Planet Hollywood Hotel



Il Bellagio e il Caesars Palace



Il Paris Las Vegas





Le torri del Venetian e lo Stratosphere Tower





Lungo il tragitto passiamo davanti a numerose Wedding Chapels, cappelle sia laiche che religiose in cui è possibile ufficializzare il matrimonio. Sposarsi a Las Vegas non è così difficile come nel resto degli States, qui infatti non vengono chieste gli esami del sangue, e se si è divorziati è sufficiente presentare una coppia dell'atto. Servono invece diciottoanni, 60,00 dollari e il passaporto per ottenere una marriage license, ovvero la licenza di matrimonio con cui poter celebrare il rito in una delle tante cappelle della città.
La scelta è ampia e talvolta anche dispendiosa, noleggiare una cappella, gli abiti per la cerimonia, un'auto per arrivare all'altare, fiori, musica e quant'altro non è una spesa indifferente, se poi si vuole celebrare il matrimonio in qualche location particolare i prezzi lievitano magicamente....il tutto per dover poi convalidare il matrimonio anche in Italia affinchè sia valido anche da noi!

Arriviamo seguendo le istruzioni del navigatore a Freemont Street, nella vecchia Las Vegas, qui le cose sono ben diverse, e la periferia ha ben poco a che vedere con lo sfarzo e il lusso dello Strip.
L'atmosfera è antiquata, poco sfarzosa e addirittura un pochino decadente e malinconica.
Lasciamo l'auto in un parcheggio a pagamento buio e piccolo improvvisato in un piazzale davanti a un supermarket, e ci incamminiamo verso Freemont Stret.
Svoltato l'angolo si viene improvvisamente catapultati in una maxi discoteca all'aperto, un diluvio di colori, un tripudio di insegne a neon, un fiume di gente vestita in modo bizzarro e variopinto, sosia di personaggi famosi e star delle tv, musica ad alto volume, provocanti ballerine poco vestite davanti all'ingresso dei night club, bancarelle di oggetti improbabili piazzate in mezzo alla via, casinò e locali ambigui, e sopra di noi un'immensa volta multicolore a formare un lunghissimo maxi schermo gigante in cui vengono proiettate incessantemente immagini veloci e coloratissime.
Per qualche minuti rimaniamo immobili, non sappiamo se guardare avanti, ai lati o sopra di noi...la sensazione è stranissima, io mi sento avvolta dalla confusione e sovrastata da una scia dai colori dell'arcobaleno, mi sento quasi schiacciare da tutto questo messo assieme eppure non riesco a staccare gli occhi da tutto ciò che mi circonda...i ragazzi avevano ragione, era un'esperienza da fare assolutamente!!!




Foto di Renzo

Trasportati dalla folla ci lasciamo condurre davanti al Golden Nugget, probabilmente il migliore hotel della periferia e  mentre rimaniamo incantati ad osservare la sua facciata dorata veniamo destati dal passare veloce di alcune persone sopra le nostre teste!!!
Ebbene sì, sopra di noi sfrecciano, costretti in sicure imbracature, tre ragazzi appesi a dei cavi a tutta velocità...vogliamo assolutamente sapere da dove arrivano!


Foto di Renzo

Risaliamo la corrente di folla umana, passando sotto ad un palco in cui ragazzi variopinti si esibiscono in personali coreografie, fino a raggiungere il punto di partenza di questa folle attrazione. Pagando un biglietto di  20,00 dollari si ha accesso alla Fligtlinez At Fremont Street Experience, che permette di percorre tutta la lunga via appesi a dei cavi, l'esperienza deve essere sicuramente divertente.






















Noi optiamo per un hamburger al McDonald's, visto che non mangiamo nulla da mezzogiorno.
Dopo la sosta per la cena, facciamo alcune piccole puntatine alle slot dei casinò che qui sono più modesti e contenuti, rispetto a quelli lungo la Strip, ovviamente anche qui non vinciamo nulla.  Riprendiamo a passeggiare in mezzo alla fiumana di gente, richiamata qui un po' per curiosità, sicuramene perchè qui i prezzi sono più abbordabili che lungo lo Strip, per gli spettacoli di luci e di suoni offerti gratuitamente, per la varietà di personaggi, insomma Fremont Street può essere sicuramente una buona alternativa al famoso Las Vegas Boulevard.




Foto di Renzo


















Si è fatto tardi e siamo stanchi, è arrivata l'ora di ritornare.
Prima di entrare in hotel per la notte, che qui è appena iniziata e ancora giovane, diamo un'ultima occhiata a Las Vegas





Questa città così folle, pazza, strana, movimentata e artefatta mi rimarrà nel cuore per tutto il viaggio, le sue luci, i grandi casinò, le attrazioni più particolari, gli hotel immensi e fantasiosi mi costringeranno a pensare a lei tutti i giorni.
Non immaginavo potesse farmi un effetto tale, non sono una fanatica dei parchi divertimenti e delle cose finte ma Las Vegas ha qualcosa di magico, è un enorme luna park per adulti in cui è possibili trovare e provare di tutto, ed io ne sono stata rapita e affascinata al punto tale da giurarmi di ritornare ancora una volta per conoscerla meglio.
Mi rimarrà il grande dispiacere di non aver potuto assistere allo spettacolo delle fontane del Bellagio e mi rimprovero di non aver avuto la forza e il tempo per vedere qualche altro hotel lungo lo Strip, ma ancora una volta il tempo è stato tiranno!
Ecco il mio consiglio è quello di destinare a questa città almeno due giorni, le cose da vedere e da fare qui sono talmente tante che è un peccato lasciarsele scappare.
Per finire in bellezza questa folle giornata, io e Marco, ci concediamo un drink al bar del New York New York, seduti su comodi sgabelli brindiamo a Las Vegas, al nostro viaggio e a questa splendita avventura! 
Buonanotte Las Vegas...ti sognerò ne sono sicura.