giovedì 20 ottobre 2011

2' GIORNO - SAN FRANCISCO

11 agosto 2011: La nostra prima mattina in California!
Abbiamo messo la sveglia alle otto, giusto per ricaricarci dal lungo viaggio del giorno precedente, ma io già alle sette e poco più sono sveglia.
Vorrei alzarmi, ma so che è meglio rimanere ancora a letto e godere della morbidezza del materesso e del tepore delle coperte...siamo in California, sinonimo di sole e mare, ma sinceramente non fa caldissimo.
Finalmente la sveglia suona!
Otto in punto!
Ed io con un balzo salto giù dal letto e corro ad aprire le tende della finestra...voglio proprio vederla questa tanto desiderata CALIFORNIA!




Ed eccola qui!
Fuori una splendida giornata, un autobus che porta i ragazzi a scuola, in lontananza la tipica nebbia della baia di San Franscisco.
Ci vestiamo e scendiamo a fare colazione.
Ci accoglie un buffet ricco e variegato, uova strapazzate, bacon fritto e formaggi per chi ama risvegliarsi con il salato, pancake con sciroppo d'acero, muffin e torte per chi preferisce il dolce,  nonchè frutta fresca e colorate macedonie, succhi di frutta e bevande calde...insomma è praticamente impossibile non trovare qualcosa da assaggiare!
Riempiamo i nostri piatti e ci accomodiamo fuori in terrazza, la temperatura è ideale, un tiepido sole ci riscalda dalla brezza marina.
Davanti a noi l' Oceano Pacifico con tutta la sua immensità e il suo splendore.
Cosa desiderare di più.





Finita la colazione gli uomini prendono un taxi e vanno al deposito Hertz, vicino all'aeroporto, a ritirare le auto che  avevamo noleggiato dall'Italia direttamente dal sito http://www.hertz.it/. Noi donne con i bimbi invece ci godiamo ancora un pò il sole in terrazza...a volte essere il sesso "debole" ha i suoi vantaggi!
Dopo quasi un'ora di attesa i ragazzi ritornano al volante delle tre auto che ci porteranno in giro per gli States per i prossimi quindici giorni, due grossi suv per le due famiglie con bambini, una lunga utilitaria Toyota per noi. Colori delle auto: nero,  e oro un po' sbiadito per i suv, bianco per la nostra.
Saliamo a bordo emozionati e con cartine e guide alla mano, accendiamo subito il navigatore in dotazione all'auto e impostiamo la via prescelta in cui tutti dobbiamo arrivare, in questo modo anche se strada facendo dovessimo perderci, abbiamo un posto di riferimento in cui ci possiamo ritrovare, e così sarà sempre per tutta la durata del nostro viaggio. Impostiamo city park, 325 Mason Strett, qui potremo lasciare le nostre auto e girare liberamente a piedi in città.
Nella nostra auto guida Marco, che ha già preso confidenza con il cambio automatico e con le dimensioni della nostra spaziosa utilitaria.

Penso che per tutti San Francisco sia sinonimo di Golden Gate Bridge, il ponte che attraversa la baia, e di Alcatraz, l'isola penitanziario famosa per aver ospitato deliquenti illustri.
Ho sempre pensato che dopo Los Angeles, San Francisco fosse la seconda città della California per numero di abitanti, invece leggendo la guida scopro che è ben quarta dopo San Diego e San Josè.
Ma mano che ci avviciniamo alla città il clima cambia, il sole che ci ha svegliato questa mattina viene lentamente offuscato da una densa e umida nebbia grigia che sembra provenire dalla baia verso cui noi stiamo andando. Sapevo di questo fenomeno tipico di San Francisco, la nebbia che si crea per le correnti portate dall'Oceano Pacifico, è una visione che spesso ho visto della città in molte immagini, ma sinceramente pensavo potesse essere un fenomeno che non si verificasse in estate.
Vista da lontano sembra un'immensa nuvola che sbuca da dietro la collina, tanto densa e pesante da non poter essere spostata dal vento




La US-101 che percorriamo è una ampia strada a cinque corsie per direzione, rimaniamo sorpresi dal modo di guidare degli americani, è consentito superare sia a destra che a sinistra, rispettando ovviamente i limiti di velocità. Moderni viadotti si intersecano l'un con l'altro in un armoniosa fusione di calcestruzzo armato, Marco mi spiega che qui usano il calcestruzzo gettato in opera, quindi non prefabbricato come avviene solitamente da noi in Italia.



Intanto ci avviciniamo alla città e in lontananza oltre alle ormai note colline coperte dalla nebbia,  avvistiamo anche lo skyline della downtown, con i moderni grattacieli allineati l'uno in fianco all'altro.



Arrivare in centro non è stato così difficile come pensavamo, abbiamo seguito alla lettera il navigatore, che ci ha condotti dritti dritti al City Park al 325 di Mason Street, qui abbiamo parcheggiato le nostre auto al quinto piano del parcheggio sopraelevato, preso l'ascensore e scesi finalmente in strada a San Francisco pronti per la nostra camminata.
Avete presente le strade piene di sali e scendi che si vedono in tv in certi telefilm polizieschi ambientati a San Francisco?...ecco questo è quello che si vede ogni qualvolta si attraversa una strada guardando a destra o a sinistra per controllare che non arrivino auto, fortunatamente in traffico è moderato e non si rischia di essere investiti quando si rimane incantati ad osservare l'ondulazione del manto stradale.




Cartina alla mano seguiamo le indicazioni per Hallidie Plaza che si trova di fronte a Market Strett, lungo la quale si trovano le fermate dei Cable Car su cui vogliamo salire.




Il Cable Car, storico tram a fune, è un'istituzione a San Francisco!
Nato per risolvere la difficoltà delle elevate pendenze delle strade della città,  funziona grazie ad un  ingegnoso sistema di trasporto mediante funi sotterranee.
Attualmente sono in funzione tre linee, le fermate dei Cable Car sono ben visibili da dei cartelli viola/marrone in cui compare la figura del tram, sono riportate le direzioni verso cui viaggia la carrozza e gli orari di inizio e fine servizio.   
Se la vostra intenzione è quella di fare un giro su questo mitico mezzo d'altri tempi, vi conviene arrivare fino a Market Street come abbiamo fatto noi, da qui passano  due linea: la Powell-Mason che va fino e oltre Nob Hill e giù a Bay Street e a Union Square per fermarsi in prossimità di Fisherman's Wharf e la  Powell-Hyde che corre su Nob e Russian Hills prima di finire al parco acquatico vicino a Piazza Ghiradelli, noi abbiamo preso quest'ultima. Il costo del biglietto è di 6,00 dollari per corsa a persona.
(mappa dal sito http://www.sfcablecar.com/)




















Se in pieno agosto pensate di salire sul tram, accomodarvi su una delle panchine di legno al suo interno e godervi il panorama della città al riparo dal venticello esterno, vi sbagliate di grosso!
Per salire abbiamo dovuto attendere in colonna sul marciapiede quasi un quarto d'ora, nel frattempo davanti a noi sono passati un paio di cable car strapieni di gente, in piedi e seduta...e anche uno sfavillante camion dei vigili del fuoco, a cui non abbiamo resistito dal scattare alcune foto. 

























Finalmente arriva il nostro turno, noi siamo in dieci e fortunatamente riusciamo a prendere posto tutti, paghiamo il biglietto direttamente all'adetto che ha il compito di far salire la gente sul tram .
I posti a sedere sono già tutti occupati e con mia grande fortuna riesco a trovare un posticino in fondo al cable car, da cui è possibile scattare anche qualche foto.






A fine corsa scendiamo nei pressi di Ghirardelli Square e ci avviamo verso Hyde St.Pier, un molo affacciato direttamente sulla baia da cui poter ammirare il panorama. 
Intorno è un via vai di gente che si sposta veloce in bici, alcuni corraggiosi corrono schivando la folla, i più sono turisti che si aggirano incuriositi pronti a scattar foto.
Qui i negozi di souvenir dove poter fare un po' di shopping sono tanti.
Attraccato alla banchina c'è anche un vecchio battello perfettamente ristrutturato e conservato, su cui è possibile salire.


Superati i negozi ci troviamo di fronte ad uno spettacolo che ci lascia a bocca aperta...eccolo là in lontananza, sulla nostra sinistra, avvolto dalla perpetua nebbia della baia il famoso Golden Gate Bridge, che appena si intravede....



E girando lo sguardo verso destra l'isola di Alcatraz,   proprio in mezzo alla baia, famosa per aver ospitato in passato un famoso carcere di massima sicurezza, che ora è diventato un interessante sito storico.
Proprio la conformità rocciosa dell'isola, la distanza dalla terra ferma e le forti correnti della baia permisero di costruire qui un peniteziario di massima  sicurezza, in cui venivano detenuti prigionieri ritenuti estremamente pericolosi e aditi alla fuga. Chiuso nel 1963 a causa degli elevati costi di mantenimento è oggi possibile visitare il suo interno e  capire come vivevano i prigionieri.
Il consiglio che io vi posso dare se intendete visitarla è quello di provvedere con largo anticipo alla prenotazione dei biglietti. Li potete acquistare direttamente dal sito ufficiale, l'isola e il penitenziario possono essere visitati di giorno ed è previsto anche un tour di notte per chi volesse provare qualche brivido in più!
Noi abbiamo atteso troppo e nel momento in cui abbiamo deciso di acquistarli, per i giorni in cui eravamo a San Francisco era già tutto esaurito...peccato visita ad Alcatraz sfumata.



Ogni tanto ci voltiamo in dietro a guardare la città alle nostre spalle e ci sorprendiamo nel vedere quanto qui le strade siano ripide e come magicamente gli edifici si arrampichino al loro fianco.



Proseguiamo la nostra passeggiata, vogliamo raggiungere il Pier 39, altro molo molto famoso ricco di attrazioni.
Veniamo però rapiti dall'abilità di un signore che con tagli precisi e mosse ormai imparate a memoria, butta grossi granchi in pentoloni di acqua bollente, per poi ripescarli, e tagliarli con un grosso coltellaccio...pronti da gustare passeggiando.
Alcuni di noi ne prendono una porzione, io ne assaggio un pezzetto, la carne è gustosa e tenerissima e profuma di mare, i granchi dungeness da passeggio sono deliziosi...forse solo un po' difficile da mangiare camminando.



Questo comunque era solo uno spuntino, ormai sono passate le tredici, e nonostante l'abbondante colazione del mattino il nostro stomaco reclama del cibo.
Decidiamo di pranzare al Franciscan Restaurant, visto che le recensioni lette erano buone, infatti non ci pentiamo, il locale è veramente bello e luminoso, da ogni tavolo è possibile godere della vista della baia grazie alle immense vetrate. Il servizio è stato buono e veloce, cordiale il cameriere che ci ha accolti versandoci grossi bicchieri di acqua gelata e offrendoci cestini di pane con burro. Io ho preso la tanto desiderata bowl crab, ovvero la famosa zuppa di crostacei servita in una ciotola di pane, cremosa, gustosa e calda...quello che ci voleva. Gli altri hanno preso delle insalate, delle polpette di pesce speziate, e i bimbi hamburger. I prezzi sono medi, con l'aggiunta di una piccola mancia che negli Usa è a dir poco obbligatoria!



Rifoccilati, sazi e riposati usciamo dal ristorante e subito un vento freddo e pungente ci colpisce facendoci rimpiangere il calduccio provato a pranzo...ma dobbiamo andare avanti e proseguire con il nostro tour, percui tiriamo fuori dagli zaini maglioni e spolverini antivento, prestandoceli l'un l'altro in base alle varie esigenze e ripartiamo pieni di entusiasmo.

Arriviamo finalmente al Pier 39, famoso centro commerciale a ridosso del distretto di Fisherman's Wharf. Anche qui la folla è numerosa nonostante il freddo.
Prendiamo al volo un churro, tipico dolce spagnolo a base di pastella fritta e zuccherata, che ci viene servito in un lungo sacchetto e corriamo a vedere l'attrazione principale del Pier 39.
I leoni marini della California...pigramente sdraiati su grosse chiatte di legno galleggiante.
Sono tantissimi e tutti uno vicino all'altro, la maggior parte stanno riposando o dormendo, alcuni si alzano e guardano la gente sul pontile che li sta osservando, altri ancora piccoli giocano e fanno versi ridicoli. Vietatissimo dare da mangiare a questi bestioni, che già di per sè sono belli in carne e non sembrano affatto soffrire la fame.







Rivediamo ancora una volta l'isola di Alcatraz e ci ripetiamo quanto sia stato un peccato non aver potuto visitarla da vicino, ci consoliamo dicendoci che sarà motivo per ritornare una seconda volta.





Proseguiamo e arriviamo in quello che si può definire "il centro" del Pier 39, e anche qui è tutto un susseguirsi di negozi e negozietti in cui passare un po' di tempo alla ricerca del souvenir più particolare da portare a casa. Una grande e colorata giostra gira lentamente, carica di bambini e qualche genitore, una lieve musica di sottofondo, profumo di caramelle e nocciole tostate, un vociare continuo e il volo dei gabbiani in cielo che vengono ad osservare il tutto...sembra di essere al luna park.




Qui potete sbizzarirvi con lo shopping, noi abbiamo fatto scorta di magliette e maglioni, visto anche il freddo sofferto precedentemente, c'è anche uno dei tanti negozi della catena Hard Rock Cafe, per i collezionisti delle varie t-shirt.
Siamo un po' stanchi ma vogliamo arrivare fino a Lombard Strett, la ripida strada famosa per i suoi tornanti.
Camminiamo un bel po' prima di arrivare.


Il tratto più celebre è quello di Russian Hill, dove la carreggiata, in un unico senso di marcia ovviamente, ha ben otto ripidi tornanti. Qui il tratto di ben 400 metri è consentito solo in discesa e la pavimentazione è in mattoni rossi, in mezzo ci sono delle aiuole verdeggianti, ai lati due scalinate che permettono di raggiungere a piedi l'alto di questa ripida salita per godere al meglio la vista della città e della baia in lontananza.
Ci si accorge di essere arrivati nel posto giusto anche dal rumore delle forti frenate delle auto che tentano di scendere, i guidatori qui devono avere sempre il piede sul freno.





Ormai è tardo pomeriggio, il freddo è sempre più pungente e decidiamo di tornare lentamente verso il parcheggio, in lontananza scorgiamo la sagoma appuntita del Transamerica Pyramid Building, l'edificio più alto della città con ben 48 piani, pari a 260 metri d'altezza, vista da lontanta la forma piramidale del grattacielo è molto elegante e slanciata, lievemente avvolta dalla foschia. 






Prima di ritornare alla meta però facciamo tappa in un locale in perfetto stile happy days, in cui tutto rimanda agli anni cinquanta-sessanta, dove mangiamo un ottimo hot-dog e facciamo una partita a flipper!
Purtroppo non ho tenuto l'indirizzo.




Ripartiamo ancora una volta decisi a ritornare al parcheggio, ma da bravi turisti ci fermiamo a fare un po' di shopping al LEVI'S STORE in Union Square e al Westfield Center in Market Street dove si possono trovare anche gli store di A&F e molte altre marche, riparandosi dal freddo di San Francisco.
Usciamo che è ormai buio e con i nostri acquisti ci dirigiamo questa volta veramente al parcheggio. Tariffa totale per l'intero giorno 32,00 dollari.
Stanchi, infreddoliti  ma contenti per le tante cose viste in questa splendida città  ci dirigiamo verso l'hotel.
San Francisco ci è piaciuta, ci aspettavamo di trovare un clima un tantino più mite, e almeno un po' di sole durante la giornata, ma purtroppo la foschia ha coperte il cielo per l'intera giornata e il freddo con il passare delle ore si è fatto sentire non poco, quindi se avete in programma di passare da qui munitevi di maglioni e di giubbini impermeabili che vi riparino dal vento. Ad ogni modo la città, nonostante il clima, è molto affascinante, ricca di bellissimi scorci panoramici grazie alle altezze che si raggiungono scalando le ripide strade in salita, il mare cupo e agitato ha un fascino particolare e molto romantico, le vie poco trafficate danno l'idea di una città tranquilla e rilassata, si respira quasi un'aria europea tipica di alcune città del nord europa più che di una metropoli americana.
Domani ci attende un lungo viaggio fino a Sacramento.

Questo il nostro percorso della giornata. 

venerdì 7 ottobre 2011

COLLABORAZIONE CON WHAT YOU LOVE

Piccola parentesi durante il racconto del mio viaggio negli States...ma sono troppo eccitata e non potevo non condividere questa mia gioia con tutti voi!!!

Sono stata contattata qualche settimana fa da Maura, gentilissima collaboratrice del blog what you love.
Maura, con mia grande sorpresa, mi ha proposto di partecipare come guest blogger, scrivendo un post in cui si parlasse di viaggio e di tutte le passioni che lo animano, arte, cucina, musica e quant'altro...potevo secondo voi rifiutare?

Certo che no!

Siete curiosi di sapere come è andata?
Fate un salto qui, e se vi fa piacere lasciate un vostro commento, una vostra impressione.

Vi saluto tutti, vi ringrazio  e vi auguro un buon fine settimana





martedì 4 ottobre 2011

1' GIORNO - VILLAFRANCA/SAN FRANCISCO

10 agosto 2011: Alle 5:00 della mattina siamo già tutti in aeroporto, i più piccoli ancora un po' addormentati, i grandi sveglissimi per l'eccitazione della partenza.
Ci mettiamo subito in colonna per il primo check-in, controllo dei documenti e carichiamo le nostre valigie sui nastri accertandoci che vengano spedite direttamente all'aeroporto di San Francisco. Veloce caffè e ci avviamo verso il gate in attesa della partenza.
Siamo organizzatissimi, ognuno di noi viaggia con una valigia in stiva e un trolley o uno zaino come bagaglio a mano, con il cambio della prima notte nel caso i bagagli non arrivassero a destinazione.
La tratta Villafranca-Monaco è brevissima, un'ora e siamo arrivati, giusto il tempo di bere un altro caffè in volo. Viaggiamo con l'AirDolomiti, compagnia aerea parterns di Lufthansa per i viaggi interni.
L' aeroporto di Monaco di Baviera, in Germania, è immenso, negozi lussuosi ovunque, bar e locali accattivanti che invogliano ad entrare, corridoi lunghissimi e affolati di gente, una città!
Abbiamo quattro ore di sosta d'attendere prima di ripartire, ma nonostante questo riusciamo a farci chiamare all'altoparlante dell'aeroporto per il controllo dei nostri documenti. Fuggiamo velocemente da un negozio in cui stiamo tentando di comperare una cintura, lasciandola  senza spiegazioni nelle mani di una commessa, che rimane fortemente stupida  del nostro fuggi fuggi generale.




Non ero mai stata all'aeroporto di Monaco, qui è quasi monopolio assoluto della compagnia nazionale Lufthansa. L'attenzione per il viaggiatore è molto curata, le sale d'attesa sono luminose e molto spaziose, ci sono espositori di quotidiani di varie nazionalità a disposizione gratuitamente da portare in volo con sè, Lufthansa ha posizionato lungo tutto il percorso numerose aree di sosta e di ristoro, in cui sempre gratuitamente è possibile bere una bevanda calda.
Puntualissimi alle 11:50 locali partiamo alla volta di Toronto, ci attendo sette ore di volo.

Questa volta voliamo con Air Canada, aeromobile nuovissimo, posti a sedere spaziosi anche in economy class, tutte le postazioni sono dotate di monitor individuali in cui personalmente è possibile scegliere tra una vasta gamma di film da visionare o musica da ascoltare. Anche la cucina proposta non è stata niente male, considerando sempre che siamo in volo!
Tra una chiacchera, un pisolino, un film e qualche passo lungo il corridoio le sette ore riescono a passare velocemente, solo una piccola perturbazione poco prima dell'arrivo ci ha fatto sedere saldamente ai nostri posti un tantino preoccupati.
Atterriamo precisi alle 14:30 ore locali all' aeroporto Pearson di Toronto, ci attendono altre cinque ore abbondanti di sosta.
Anche qui tutto è immenso e moderno, percorriamo un lungo corridoio sotto una leggerissima struttura in acciaio e vetro, trasportati da un comodo tapis roulant.



Se come noi provenite dall'Europa e siete sicuri che le vostre valigie arriveranno direttamente a destinazione negli States...state molto attenti, noi per poco non rischiavamo di lasciarle girare all'infinito sul nastro dei bagagli da ritirate. Fortunatamente il piccolo Marco ha notato la sua valigia colorata e ha richiamato la nostra attenzione, e in poco tempo abbiamo recuperato tutte le valigie e le abbiamo imbarcate per il volo di San Francisco.
In pratica prima di entrare negli States dovete fare dogana, recuperare le vostre valigie, e depositarle sul nastro che le porterà a destinazione, chiedete comunque sempre aiuto agli assistenti, molto disponili e precisi, noi siamo stati fortunati, abbiamo trovato un ragazzo che parlava perfettamente italiano e ci ha segnalato cosa fare.
Nuovamente partenza alle ore 20:00 locali, e altre cinque ore di volo, sempre con Air Canada, questa volta con un piccolo aereo, i nostri posti sparsi un po' ovunque, io sono seduta nella prima fila della economy class, la tenda blu fluttuante che ci divide dalla business class mi ha ipnotizzata fin da subito, facendomi crollare in un sonno profondo, mi sono svegliata solo all'arrivo.

Atterriamo al San Francisco International Airport alle 22:20.
Ormai stanchi da quasi ventiquattro ore di viaggio, prendiamo i nostri bagagli e cerchiamo l'uscita. Dobbiamo trovare il punto in cui la navetta del nostro hotel verrà a prenderci.
Fuori è buio e fa freddo.
Per non sprecare altro tempo decidiamo di telefonare direttamente all'hotel per farci spiegare il da farsi, la fermata si trova a pochi metri dall'uscita n. 17, ci avviamo in quella direzione.
Appena arriva lo shuttle ci sentiamo già meglio, stiamo andando in hotel, finalmente siamo arrivati e potremmo farci una bella doccia e dormire in un buon letto.
Noi abbiamo prenotato al Bay Landing hotel , tramite http://www.booking.com/.
La scelta di questo hotel è stata dettata dalla vicinanza all'aereoporto, visto che sapevamo di arrivare di notte abbiamo preferito limitare al massimo la distanza da percorrere, inoltre era incluso nel prezzo il servizio navetta, cosa che non è affatto male.
La hall dell'hotel è grande e spaziosa, un enorme camino sul lato sinistro, pavimento di marmo lucido ricoperto da numerosi tappeti, arredamento in legno. Veloce check-in, brevi saluti e subito a nanna.
La nostra camera è veramente grande, due comodi e morbidi letti ci attendono, moquette sul pavimento, poltrona e scrivania, tv, caffettiera elettrica e forno a microonde e un pulito e lindo bagno con doccia e prodotti a disposizione. Perfetto per questa prima notte negli States.