domenica 20 marzo 2011

BARCELLONA 2' GIORNO (seconda parte)

Eccomi qui a raccontarvi il seguito del nostro secondo giorno a Barcellona.
...allora dove eravamo rimasti???
Ah sì, ecco ora ricordo...

Una volta usciti dalla Sagrada Familia, anche se abbastanza stanchi, ci siamo avviati verso l' Avinguda Diagonal, per poi svoltare lungo Passeig de Gracia al n. 92, alla ricerca di Casa Milà più comunemente conosciuta coma La Pedrera, ovvero casa di pietra (purtroppo non sono riuscita a trovare il sito ufficiale).
L'edificio si presenta a noi nelle solite forme ondulate e mosse tipiche di Gaudì, anche qui nessun angolo retto. Questo palazzo, costruito su sei piani, ognuno dei quali ospita otto appartamenti, è dichiarato dall'Unesco patrimonio mondiale dell'umanità. Oggi gran parte è occupata da residenze private, da uffici e da enti turistici. Rimangono visibili al pubblico un appartamento arredato con mobili disegnati dallo stesso Gaudì, il terrazzo sul tetto e un'area adibita a museo.
Il colore della pietra utilizzata per la costruzione del palazzo lo rende brillante e molto chiaro, qui non vediamo l'utilizzo di piastrelle colorate e mosaici, solo un uso spropositato di finestre ad alleggerire la struttura. Le terrazze invece, presenti lungo tutto l'edificio e su ogni piano, sono decorate da fantasiose sculture in ferro scuro con motivi floreali e riccioli attorcigliati, molto originali anche queste.
















Certamente le cose più interessanti si trovano sul tetto, qui infatti la grande terrazza è popolata da stavaganti e bizzarre figure fantastiche in pietra bianca, perfettamente visibili anche dal basso. Queste strane creature non sono altro che comignoli con la testa da guerrieri!!!


La fila in attesa per poter entrare è però lunghissima e molto lenta nel suo avanzare, decidiamo a malincuore di non metterci in coda, con la promessa di ritornare magari domani se avanza un po' di tempo.

Proseguiamo lungo Passeig de Gracia in direzione di Casa Batllò, ultima meta della giornata.
Breve sosta ad un caffè lungo il viale per un tramezzino ed una bibita, godendoci il via vai della gente, delle auto (questo un po' meno carino) e in lontananza l'ennesima meraviglia creata dal genio di Gaudì.



Finito il nostro spuntino ripartiamo ricaricati.
A fianco di Casa Batllò si innalza una curiosa costruzione, che forse a causa della notorietà della prima spesso corre il rischio di passare inosservata.
Si tratta di Casa Amatller , voluta dal cioccolataio Antonì Amtller, e si presenta con una facciata a gradoni regolari ricoperti da piastrelle in ceramica



Noi siamo entrati velocemente nell'atrio a dare un'occhiata all'ingresso dove si trovano la biglietteria e alcune foto esposte, avessimo avuto più tempo probabilmente sarebbe stato interessante entrare.

Noi però siamo qui per lei...Casa Batlllò, e così ci mettiamo in fila.
L'attesa in coda ci permette di osservarla dall'esterno mentre la sera cala lentamente e le luci che la illuminano in maniera spettacolare si accendono conferendole un'alone magico e fantastico.
Le grandi vetrate del primo piano sembrano sostenute da esili colonne a forma di ossa, i vetri sono colorati e curvi, le terrazze dei piani soprastanti sono invece delle conchiglie delicatissime la cui ringhiera ha le sembianze di maschere, le pareti brillantissime, sono ovviamente ricoperte da ceramiche e mosaici, sembrano quasi la pelle irridescente di un coloratissimo pesce tropicale.





Arriviamo finalmente alla biglietteria, il biglietto costa 16,50 euro a testa con l'audioguida, che si rivelerà utilissima e indispensabile all'interno della casa, tutto infatti verrà spiegato chiaramente e in modo dettagliato con interessanti curiosità che non troverete in nessuna guida...ve lo assicuro!!!
All'interno tutto ricorda e richiama la natura in ogni sua forma e sotto ogni aspetto.
La grande scala che conduce al piano nobile (un tempo appartamento della famiglia Batllò) sembra la colonna vertebrale di un gigantesco animale addormentato, lo scorrimano è liscio e caldo al tatto.
Al piano superiore notiamo le ampie vetrate che danno su Passaig de Garcia, lo spazioso salone suddiviso in tre zone da calde porte di legno decorate ancora da vetri colorate, strane  colonne contorte disposte qua e là, un soffito a volte.







I pavimenti, le porte, le finestre in legno stondato ricordano l'interno di una nave.
Sul lato posteriore del palazzo una grande porta finestra schermata da due colonne vicinissime porta su un terrazzo, in cui rigogliose piante di agrumi si confondono che la vivacità delle piastrelle che ricoprono pavimento e pareti.




Saliamo ancora lungo le scale immacolate che girano all'interno di un cavedio azzurrissimo...non so come descrivere la senzazione, sembra di stare sul fondo di una piscina illuminata da un raggio di sole, con la possibilita di respirare a pieni polmoni senza che l'acqua entri negli occhi e nelle orecchie...rendo l'idea?? Difficile capire...
Comunque le pareti del cavedio sono ricoperte da luminose piastrelle in smalto azzurro, turchese, ciano, celeste, blu. Lungo la salita troviamo gli ingressi per alcuni appartamenti privati.




Arriviamo finalmente sul tetto...ed uno spettacolo!!!
Saranno le maioliche illuminate ad effetto, sarà la notte sopra di noi, il cielo stellato, la luna perfettamente piena, ma una atmosfera simile non l'avevamo mai vista prima!!
Un grosso dragone dalle squame del color dell'arcobaleno sembra essersi addormentato sul tetto di Casa Batllò, mentre attenti soldatini fanno la guardia in attesa del suo risveglio...un paesaggio lunare, un'ambientazione fantastica e fiabesca..grazie Gaudì!!








Con ancora tutta questa magia negli occhi scendiamo, e ci ritroviamo in soffitta, un ambiente strano e candido, dove la volta del soffitto (il famoso arco catenario) secondo l'audioguida ricorda una grotta o la cassa toracica di un grosso animale, a me sembra invece di trovarmi all'interno di un'immensa conchiglia. Questo locale un tempo era adibito a lavanderia, ora è invece una specie di museo ed esposizione.



La nostra visita a Casa Battlò si conclude.
Cosa dire di questa fantasiosa opera di Gaudì...che ci è sembrato di fare un salto in un mondo fatato e magico, in cui il tempo è volato talmente velocemente che ci è dispiaciuto uscire, volevamo rimanere ancora un pò in questa casa piena di segreti e di curiosità. L'estro di Gaudì ci ha colpiti ancora una volta lasciandoci enormemente sorpresi, e mentre dalla Sagrada Familia siamo usciti sentendo il peso della sacralità e dell'immensità dell'opera, da Casa Batllò siamo usciti sentendoci sereni e leggeri, felici e contenti come due bambini che sono appena stati al luna park.






Torniamo lentamente verso l'hotel, stanchi e senza forze...questa intera giornata dedicata a Gaudì ci ha letteralmente distrutti...vedremo se avremo ancora energie per uscire a mangiare qualcosa dopo una bella doccia, e magari anche un pisolino!

Rimanere in stanza a dormire fino a domani mattina ci sembrava brutto, anche se le nostre gambe di gridavano di non alzarci dal letto...ma siamo a Barcellona...non possiamo rinunciare e mollare!!!
Usciamo e decidiamo di fermarci in un locale che abbiamo visto mentre ritornavamo da Casa Battlò : Txapela , in Passeig de Gracia al n. 8-10...ve lo consiglio vivamente!!!
In pratica si tratta di un locale con al centro un grande bancone circolare dove tutt'attorno sono sistemati alti sgabelli, e vari tavoli disposti nella grande sala su due piani.
Il piatto forte sono ovviamente le tapas, di ogni tipo e di ogni gusto!
Noi abbiamo voluto sederci sugli sgabelli lungo il bancone centrale per goderci lo spettacolo direttamente dalla prima fila, quindi abbiamo dovuto attendere che si liberassino due posti, in caso contrario se preferite sedervi in uno dei tanti tavoli l'attesa è molto breve.
Dopo una decina di minuti si liberano due posti proprio giusti giusti per noi, ecco lo spettacolo ha inizio.
Ci sediamo su questi alti sgabelli e il cordiale cameriere ci chiede subito se siamo turisti e se siamo italiani...ma si vede così tanto? Qui ovunque ci riconoscono subito, o loro sono esperti osservatori o noi siamo il prototipo dell'italiano medio!!!
Fintanto che noi rispondiamo lui ci piazza davanti una lista lunghissima corredata da foto e da descrizione in italiano di tutte le tapas disponibili, divise tra calde e fredde, e dei relativi ingredienti. Ci lascia una penna con la quale cerchiare ciò che decidiamo di ordinare, qui tutto si ordina chiamandolo con il proprio numero.
Rimaniamo sbalorditi dalla quantità di tapas disposte ordinatamente davanti a noi, al di là del bancone separate da un sottile vetro, piatti e piatti di tartine, polpette, frittate tagliate a quadrotti, spiedini, piccoli panini, tramezzini, verdure cotte, crude, fritte...un'infinità di colori e di profumi che invogliano e stuzzicano il nostro appetito.
Siamo indecisi c'è troppa scelta,e a leggere tutte le tapas elencate sulla lista ci si impiegherebbe un paio d'ore, quindi scegliamo un pò a caso, lasciandoci guidare dalle foto, o indicando direttamente al cameriere quelle che più ci piacciono oltre il vetro. Alla fine sei tapas per me e sei per marco, un bicchiere di sangria per lui e un bicchiere di txakoli per me.
Il txakoli è un vino bianco, secco, leggermente frizzante con un basso contenuto alcolico, che mi viene servito in basso bicchiere versato da un altezza vertiginosa, infatti il cameriere ha alzato il braccio fin sopra la sua testa, tenendo stretta la bottiglia ha cercato di centrare il piccolo bicchiere fino a riempirlo...molto spettacolare.
Le nostre tapas arrivano, belle e calde un po' alla volta una dietro l'altra, sono buone, saporite e tutte diverse.
Finito il primo giro ne ordiniamo altre sei, e altro giro di bevande.
E' bello rimanere seduti qui a chiaccherare e godersi lo spettacolo dei camerieri.
Concludiamo con un piatto di tapas dolci, perchè ci sono anche quelle, ovvero budini, creme catalane, panne cotte, pasticcini, tortine...tutto in formato mignon.
Due caffè e due chiacchere con il cameriere e una coppia di ragazzi italiani che si sono seduti al nostro fianco per un totale di 42,00 euro.
E' stata una bella serata, divertente, rilassata e abbiamo fatto più tardi del previsto...ma questa è Barcellona!!!








giovedì 10 marzo 2011

BARCELLONA - 2' GIORNO (prima parte)

Secondo giorno da passare a Barcellona...e prima notte trascorsa come due macigni addormentati sul letto non appena toccato!
La mattina ci alziamo abbastanza presto come di consuetudine, perdere tempo a poltrire nel letto mentre fuori c'è così tanto da vedere mi sembra proprio un immenso spreco...e così per noi la sveglia suona alle 8:00 in punto!
Oggi giornata interamente dedicata a Antoni Gaudì e alle sue opere uniche ed emblematiche che hanno reso forse per questo Barcellona tanto conosciuta e famosa.
Si potrebbe parlare di questo architetto ed artista visionario per ore, io mi accontenterò di dirvi che ho trovato il suo genio e il suo stile unico ed inimitabile (la stessa Sagrada Familia pur essendo portata a termine seguendo le sue direttive è facilmente riconoscibile nella parte nuova da quella precedentemente costruita e diretta personalmente da lui).
Il lavoro di Gaudi è stato molto influenzato dalle forme della natura e questo si riflette nell'uso delle pietre da costruzione che sono spesso ondulate, mancano gli spigoli vivi,  dalle sculture di ferro ricurve, e da forme organiche e naturalistiche che sono tipiche della sua architettura. Fondamentale è l'uso del colore, attraverso l'utilizzazione di piastrelle smaltate sistemate a mosaico, l'effetto che se ne ricava è a mio avviso mozzafiato.

Questo il PERCORSO DEL 2' GIORNO, la nostra idea è quella di visitare in mattinata Park Guell, per poi raggiungere la Sagrada Familia nel primo pomeriggio sperando in una coda non troppo lunga, tempo permettendo riuscire ad entrare alla Pedrera e a Casa Battlò...forse siamo troppo ambiziosi e ottimisti...ma vogliamo provarci!!!

Prima tappa in un bar nei pressi del'hotel, giusto il tempo di un caffè e una brioche per iniziare bene la giornata e immagazzinare le energie necessarie.
A pochi passi troviamo la fermata della metro Passeig de Gràcia, scendiamo sotto terra per prendere per la prima volta la metropolitana di Barcellona, che è buia e sporca come la maggior parte delle metropolitane del resto del mondo. Facciamo il biglietto di sola andata alla biglietteria automatica al costo di euro 1,45 . Per raggiungere Park Guell dovete prendere la linea gialla L4 in direzione Trinitat Nova e scendere alla fermata Alfons X , in alternativa se siete nei paraggi potete andare in Placa de Catalunya e prendere la metro qui scegliendo la linea verde L3 in direzione  Canyelles scendendo alla fermata Lesseps, in entrambi i casi dalla fermata al Park Guell dovete farvela a piedi. (qui vi lascio la tratta delle due alternative).
Noi scegliamo la linea gialla L4 e una volta scesi alla fermata e saliti in superficie facciamo fatica a capire bene dove andare...adottiamo la soluzione dei turisti imbranati, ovvero chiedere ai passanti, in questo è abilissimo Marco, io faccio solo presenza.
Il cordiale signore che decidiamo di fermare ci indica di seguire verso Ronda del Guinardò, e noi obbediamo, camminando di buona lena e chiaccherando allegramente, quello che ci troviamo però ben presto davanti è un sesseguirsi di ripide salite, che ammutolisce le nostre lingue e calma i nostri piedi...siamo costretti a rallentare se vogliamo raggiungere la meta!

Arriviamo a Parc Guell circa venti minuti dopo, seguendo le indicazioni lungo la strada, entriamo da una delle entrate laterali poste sul lato sinistro del parco come ben indicato dalle piantine che troverete ben presenti lungo il vostro girovagare all'interno del parco. Questo parco voluto dal finanziere Eusebi Guell che negli anni '20 commissionò a Gaudì la sua costruzione, doveva divenire una città-giadino e il progetto complessivo dell'insediamento prevedeva alloggi, studi, una cappella ed un parco, per un totale di 60 abitazioni, purtroppo per mancanza di fondi non venne mai finito ma divenne quello che è oggi, un parco pubblico ad ingresso gratuito (Orario: Da Novembre a Febbraio dalle 10 alle 18 - A Marzo ed Ottobre dalle 10 alle 19 - ad Aprile e Settembre dalle 10 alle 20 - Da Maggio ad Agosto dalle 10 alle 21).
La natura, in questo periodo dell'anno dormiente, qui ha libero sfogo, ricca e presente, ben curata.
La prima struttura che vediamo è la vecchia casa di Gaudì, proprio qui infatti l'architetto aveva abitato con il padre e la figlia della sorella per molti anni, fino al suo trasloco definitivo nel cantiere della Sagrada Familia. (la casa è diventata una specie di piccolo museo visitabile, se non ricordo male il costo dell'entrata è di 10,00 euro)


















































Noi diamo un'occhiata solo esternamente, qualche foto e proseguiamo oltre.
Giungiamo in una specie di piazza o grande terazza circolare la cui balaustra ondulata è interamente rivestita di mosaico in piastrelle smaltate e coloratissime, disposte a creare disegni e decorazioni particolari,  quì è possibile sedersi e godere della vista sottostante il parco e dell'intera città di Barcellona fino al porto. Punto centrale del parco questa piazza doveva fungere da luogo d'incontro per tutti gli abitanti del borgo nonchè come luogo di rappresentazioni teatrali e manifestazioni culturali.






























Noi ci siamo fermati a prendere un capuccino nel bar ricavato nella roccia, per poi sederci ad ammirare tutto questo splendore, certo il costo non è stato tra i più economici (3,00 euro) ma quando mai ci capiterà di sedere a sorseggiare un capuccio a Parc Guell!!!




Proseguiamo seguendo il sentiero che ci conduce ad un camminamento sorretto da colonne particolarissime, sembrano grossi tronchi d'albero spuntati regolari ed ordinati dal terreno, ancora una volta l'estro di Gaudì ha fuso la natura con l'architettura.



Giungiamo, a ritroso, in quella che doveva essere l'ingresso della città-parco, qui infatti troviamo le due case che dovevano fungere da portineria, e l'impressione che a noi danno è quella di due case di biscotto ricoperte da uno strato di glassa colorata e zuccherosa sul tetto e sul camino. Una delle due case è aperta e al suo interno potete trovare uno stretto e fornito bazar di souvenir, anche se siete intenzionati a non comperare nulla entrate a dare un'occhiata alla struttura e al giro vorticoso della scala interna.






Dietro la portineria si trova una doppia scalinata simmetrica, ornata dal celebre dragone,  che sale alla sala coperta, che secondo il progetto avrebbe dovuto accogliere gli spazi in comune della città-giardino. 
La sala  è costituita da 84  colonne dorico-greco (e anche egizie) , inclinate nella fila esterna appositamente per sorreggere  il soffitto ondulato ricoperto da molteplici frammenti di ceramica policroma.



Facciamo un ultimo giro all'interno del parco giusto per vedere in lontananza il Tibidabo  (o montagna magica ovvero un parco diverimenti costruito più di cento anni fa) con la sua ruota panoramica e la città in lontananza. Barcellona da lontano si presenta come un cantiere in continua espansione, dove vecchio (la Sagrada Familia) e nuovo (Torre Agbar) si mescolano in un costante evolversi alla ricerca di un promettette futuro senza dimenticare il passato.



Ci è piaciuto molto Parc Guell, per il modo in cui Gaudì ha ben pensato di distribuirlo armoniosamente lungo i lati di questa collina che guarda dall'alto Barcellona, così come siamo rimasti incantati da come l'architettura si sia insinuata con una specie di simbiosi in mezzo alla natura, qui non è la natura che si adatta alle opere dell'uomo, ma l'uomo che ha adattato le sue strutture alle esigenze della natura. Questo parco sembra un parco incantanto, fiabesco, un luogo in cui i sogni e le visioni di un uomo hanno potuto, se pur in minima parte, diventare realtà.


La strada che ci porta alla Sagrada Familia è fortunatamente tutta in discesa, ancora una volta preferiamo camminare per goderci al meglio questa città.
Approfittiamo di una fornita panetteria per fare scorta di panini da mangiare finchè saremo in colonna in attesa di entrare nella cattedrale.
E poi eccola lì che si presenta maestosa ai nostri occhi, e noi non possiamo far altro che fermarci a guardarla in tutto il suo splendore.






Io e Marco ci guardiamo allunisono ed esclamiamo le stesse parole "Sembra un castello di sabbia!" a noi è questa l'impressione che ha dato, la sua magnificenza è resa leggera e allo stesso modo così possente dalle innumerovoli guglie e campanili che si stagliano verso il cielo, da quella tonalità di marrone simile all'arenale lungo il bagnasciuga...non abbiamo mai visto un'archittettura simile, dire che la Sagrada Familia è il capolavoro incompiuto di Gaudì non è certamente un'esagerazione.
L'architetto catalano dedicò molti anni della propria vita alla realizzazione della cattedrale, il suo progetto era ambizioso  e prevedeva cinque navate longitudinali e tre trasversali, un'abside semicircolare, nove cappelle e due scale a chiocciola, all'esterno tre facciate, Natività, Passione e Morte, Gloria di Cristo, dodici torri sulla facciata a rappresentare gli apostoli, torrione centrale con quattro torri (Cristo e gli Evangelisti) e la torre absidale (la Vergine). L'opera però rimase incompiuta alla morte di Gaudì, nel 1926, quando le uniche parti realizzate erano l'abside, la cripta, la facciata della Natività e una torre.

La facciata che per prima appare davanti a noi è quella della Passione, rappresenta appunto la passione, la morte e la resurresione di Gesù, quindi il dolore e la sofferenza. Questa facciata, le cui sculture sono di Josep Maria Subirachs documenta l'impresa di proseguimento dei lavori dopo la morte di Gaudì, e apre il dibattito circa la fedele o meno idea originaria. Qui gli elementi sono spigolosi e spogli proprio a testimoniare il dolore e la perdita, le colenne stesse sembrano delle ossa e le figure dei vari personaggi sono disperate e piangenti. La facciata della passione si compone anche di tre portoni rappresentanti le virtù teologale e quattro companili dedicati agli Apostoli. Ovviamente i  lavori sono ancora in corso e la parte laterale è coperta dalle impalcature.









Ci mettiamo subito in fila che parte dalla navata laterale fino all'ingresso principale. L'attesa dura quasi un'ora e davanti e dietro di noi vediamo visi di gente proveniente da tutto il mondo.
Il biglietto ha il costo di 11,00 euro (orari: da Ottobre a Febbraio dalle 9:00 alle 18:00 - da Marzo a Settembre dalle 9:00 alle 20:00. Il Tempio è chiuso i pomeriggi del 25 e 26 Dicembre e del 1 e 6 Gennaio)
Controllo delle borse, giustamente, ed entriamo finalmente.
Appena entrati l'impressione che abbiamo è quella di immenso, un senso di grandezza e di spazio aperto che ci avvolge e ci accoglie. Certo i lavori anche qui sono ancora in corso, al brusio dei discorsi sommessi della persone che ammirate girano a testa in su e a bocca aperta si sovrastano i rumori dei martelli pneumatici e i tonfi dei lavoratori all'opera, il cantiere quì è ancora aperto e chissà per quanto ancora.
Le colonne con la loro disposizione ricordano dei tronchi di alberi ricchi di rami, progetto di Gaudì era infatti quello di creare una sorta di bosco. Queste colonne si congiungono insieme in un alto soffitto fino a formare a mio avviso una specie di cielo stellato ricoperto da mosaico dorato. La luce oltre ad essere moltiplicata dal chiarore dei materiali filtra da dei coloratissimi finestroni illuminati dal sole. E' comunque molto difficile muoversi e girare liberatamente a causa dei lavori e delle impalcature sparse in ogni dove.









Ci mettiamo in fila ancora una volta, decidiamo di salire con l'ascensore fino all'altezza di 65 metri sopra la facciata della Passione. L'attesa è un po snervante, soprattutto nei primi tornelli, nell'ultimo si ha invece la fortuna di costeggiare un panchina lungo il lato della parete, molto utile per riposarsi un po'. Il costo della salita in ascensore è di 2,50 euro.
Non appena usciamo dalle porte dell'ascensore una folata di vento gelido e secco ci schiaffeggia il viso...cavoli che accoglienza!!
Ci facciamo coraggio ed usciamo.
La visione dall'alto è impagabile, tra una guglia e l'altra si scorge la città, si vedono molto chiaramente la prosecuzione dei lavori in corso e le moderne tecniche adottate, gru anche qui che svettano oltre i 65 metri di altezza. Poter ammirare i campanili da tanto vicino mette le vertigini. Fate attenzione a dove mettete i piedi poichè il pavimento è un tantino sconnesso e le balaustre di protezione non sono eccessivamente alte. Dietro di noi proseguiva al nostro seguito un signore spagnolo di cui ricordo ancora la l'espressione spaventatissima!!!
Rimanete quanto più vi fa piacere a godervi il panorama, se la giornata è limpida potrete fare anche delle curiose scoperte...noi abbiamo ritrovato lei...sempre la solita e futuristica Torre Agbar!!!







La discesa non è stata tra le più divertenti, giù da una stretta scala buia e tortuosa lungo uno dei campanili forse, non abbiamo ben capito, avevamo solo una gran voglia di arrivare alla fine quanto prima.



La fine delle scale ci fa sbucare dentro ad un market di souvenir, pieno di belle cose, verrebbe voglia di comprare tutto. C'è la possibilità di visitare anche il museo della Sagrada Familia in cui vengono conservati disegni e progetti di Gaudì, è presente una mostra fotografica che testimonia l'avanzamento dei lavori, e sono visibili strumenti usati per la realizzazione delle statue e un tipico laboratorio degli scalpellini, il tutto molto interessante.
Usciamo con un paio di cartoline e ci troviamo proprio sotto alla facciata della Natività, in cui lo stile gotico si mescola  al modernismo, qui si riconosce senza ombra di dubbio la mano di Gaudì. Illuminata dal sole è proprio la facciata che inneggia alla vita e alla prosperità, infatti è ricca di elementi naturalistici di flora e fauna tipicamente mediterranei come tartarughe, lumache, paperi, galli e gufi, anche i finestroni sono pieni di frutti primaverili ed estivi.  Le tre porte simbolizzano la Fede, la Speranza e la Carità, tre aspetti importanti della vita di Gesù, i quattro campanili che nascono da questa facciata sono dedicati agli Apostoli. A noi è piaciuto tantissimo l'albero della vita, di un brillante colore verde i cui rami sono carichi di frutti e di colombe bianche.



























Che altro dire se non che questa immensa opera di Gaudì che simboleggia l'intera fede cristiana e la vita di Gesù a noi è particolarmente piaciuta. Nel 2009, anno in cui noi siamo stati i lavori erano ancora alacremente in corso. Il 7 Novembre 2010 è stata finalmente consacrata a basilica minore da Papa Benedetto XVI, con una solenne cerimonia e la presenza di migliaia di fedeli. Le cose stanno lentamente cambiando e andando avanti, ma a noi piace l'idea di aver in qualche modo contribuito con il pagamento del biglietto d'entrata alla prosecuzione della sua terminazione prevista per il 2017...tutto sommato non manca ancora molto!!!